I formati di compressione per le immagini digitali.

La digitalizzazione di un'immagine attraverso una fortocamera digiatale avviene mediante l'ausilio di un sensore, denominato CCD, posto all'interno della fotocameta stessa. Esso trasforma l'immagine ripresa in una "mappa" di punti detti pixel che viene memorizzata sulla apposita scheda di memoria. In verità, tra la ripresa e la memorizzione, esiste un passaggio intermedio molto importante che riguarda la compressione dei dati, su cui è interessante soffermarsi per capire quali procedimenti vengono usati e quali sono i risvolti qualitativi di questa operazione.

Per esempio, effettuando una ripresa con risoluzione di 1200 x 1600 pixel (ovvero 1,9 megapixel) se non venisse applicata alcuna compressione occorrerebbero circa 5,7 megabyte per memorizzare l'immagine.
È evidente quindi che la compressione è fortemente necessaria, altrimenti sulla classica scheda di memoria standard da 16 megabyte che equipaggia le compatte digitali della classe 2 megapixel potrebbero essere archiviate solo 3 fotografie.
La compressione viene realizzata utilizzando degli appositi algoritmi software: questi trasformano la sequenza di byte che realizza l'immagine in una differente sequenza molto più breve. Per esempio l'immagine a 1,9 megapixel di cui sopra, dopo la compressione in formato JPG può ridursi fino a circa 350 kilobyte, cioè diventare 16 volte meno ingombrante dell'originale. Comprendere come gli algoritmi di compressione compiano questo prodigio richiede buone conoscenze di matematica, però per fare un esempio, se in una particolare zona di un immagine ci sono pixel dello stesso identico valore (colore uniforme) essi possono essere compressi e quindi occupare meno spazio.
I compressori di immagini possono essere divisi in due grandi famiglie: quelli lossless, ossia senza perdita di qualità e quelli lossy in cui l'immagine trattata perde in una certa misura, più o meno contenuta, parte delle informazioni originali. Per comprendere meglio il concetto di compressione lossy possiamo fare un parallelo tra fotografia e musica. Nel campo musicale ha avuto grande successo la compressione in formato mp3 che permette di registrare un brano da un CD e di ridurne di circa 10/15 volte le dimensioni in byte. Come gli appassionati di hifi ben sanno, ascoltando il file mp3 si avrà una qualità sonora accettabile, ma inferiore all'originale ascoltato dal CD. 
Tornando al mondo della fotografia digitale il formato di compressione più utilizzato dalle fotocamere digitali è il JPEG (Joint Photographic Expert Group) a cui si aggiunge il formato TIFF nei modelli professionali. JPEG e TIFF sono compressori standard, per questo motivo le fotografie memorizzate in questi formati saranno visionabili su computer usando i comuni programmi di visualizzazione e foto ritocco per PC e MAC. Il formato JPEG si è affermato come standard mondiale in quanto offre una buona qualità (perdita di informazioni accettabile) a fronte di fattori di compressione anche abbastanza elevati ed è largamente usato anche per le immagini pubblicate su Internet. Il fattore di compressione in JPEG può essere impostato dall'utente in base alle sue esigenze, per esempio molte fotocamere offrono la possibilità di scegliere tra varie regolazioni della compressione (Super Fine, Fine, Normal) da usare in fase di ripresa. Ovviamente se si desidera stampare le fotografie in formati grandi (20x30 e oltre) è raccomandabile impostare la compressione sulla migliore qualità possibile. Il formato TIFF (Tagged Information File Format) offre una compressione (riduzione di circa 4 volte) molto minore rispetto al JPEG, ma in cambio offre una maggiore qualità ed è per questo utilizzato dai professionisti che puntano alla massima definizione delle immagini.